"Le montagne non sono la sorgente dove placare la sete di conquista sono piuttosto gli specchi dove scoprire la tua vera anima".
"Le montagne non sono la sorgente dove placare la sete di conquista sono piuttosto gli specchi dove scoprire la tua vera anima".
E' il 18 gennaio, Paolo ed io ci troviamo a Puente del Inca. E' l'ultimo avamposto abitato a circa 6/7 km dall'ingresso del Parco Aconcagua. Ieri notte pioveva quindi abbiamo preferito dormire in un piccolo ostello sperando che la mattina risplendesse il sole. Niente affatto, il cielo plumbeo non lascia spazio a speranze, pioviggina. Ma non possiamo certo restare fermi.
La prima tappa del grande progetto è stata portata a termine il 30 Gennaio 2014. Sono le 2 del mattino. Non so quante volte ho già guardato l’orologio ma il tempo sembra rallentare, non passare mai. Ripenso ai giorni trascorsi, 11 da quando, a piedi, con i nostri grandi zaini sulle spalle, abbiamo varcato l’ingresso del Parco Aconcagua. Ora siamo qui, al campo 3, a 6000mt, -18° dentro la tenda.
La giornata, come capita di rado, era splendida e la meravigliosa vista, dalla vetta dell'Aconcagua, mi ha fatto dimenticare in un solo secondo i disagi e le fatiche patite. L'alpinista con il caschetto viola, che si vede nella prima foto, è un Argentino di nome Oscar, chiamato "il Comandante" dagli amici, al quale credo di aver salvato la vita qualche centinaio di metri sotto la vetta.
Ti penso. Non so quando potremo risentirci. Questo pensiero mi causa inquietudine, mi crea un pò di vuoto dentro, ma l'anima sa che ci rivedremo presto e questo mi rasserena. Alzo lo sguardo. Ho davanti a me la grande Luna Argentina. Penso...è la stessa Luna che guardi tu? Se fosse, i nostri sguardi proiettati nello stesso minuscolo punto del cielo si incontreranno.
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